giovedì 4 gennaio 2018

La matematica rivela i pregiudizi sulle donne di Paola Sapienza

Nell’anno in cui il movimento #MeToo ha rivelato quanto la nostra società ancora legittimi il sessismoe nel mondo del lavoro diventa naturale domandarsi perché la letteratura scientifica abbia impiegato così tanto tempo a raccontare e misurare l’importanza che la cultura ha nel determinare il successo delle donne. Quasi 10 anni fa ho pubblicato uno studio (con Luigi Guiso, Ferdinando Monte e Luigi Zingales) nel quale si mostrava come il divario in matematica tra ragazzi e ragazze fosse collegato al livello di emancipazione delle donne nel Paese in cui quei ragazzi e quelle ragazze andavano a scuola. In Islanda, dove l’emancipazione femminile aveva raggiunto i livelli più alti — anche se non ancora la parità assoluta — non c’erano praticamente differenze nei test. Il successo scolastico è legato a più elementi: alle risorse fornite dalla famiglia, all’incoraggiamento che ogni ragazzo e ragazza riceve a scuola e ancora in famiglia, infine alle aspettative che la società alimenta o non alimenta rispetto alle professioni future. È logico che, in una società dove ci sono pochi esempi di successo femminili, le ragazze finiscano per avere risultati e voti inferiori
Oggi è quasi universalmente accettato che le barriere culturali costituiscono un impedimento al successo delle donne. Il dibattito quindi si è concentrato su quali meccanismi possono rimuovere gli ostacoli: in molti Paesi sono stati disegnati interventi legislativi, mentre le aziende hanno cominciato a studiare strategie anti discriminazione. Se è vero che questi tentativi sono importanti, la letteratura dimostra che i germi di quelle barriere vanno identificati molti anni prima, in ambito familiare: è stato dimostrato che quando il capo divisione aziendale è una donna riceve un’allocazione di capitale inferiore ai suoi colleghi maschi con una differenza media di circa 2.8 milioni di dollari ogni anno. E che la disparità nell’allocazione a favore degli uomini è più forte nelle aziende il cui l’amministratore delegato è cresciuto in una famiglia tradizionale e patriarcale, educato in scuole con modelli prevalentemente maschili. In un lavoro con Gaia Dossi, David Figlio e Paola Giuliano abbiamo analizzato i risultati scolastici di migliaia di ragazzi e ragazze nelle scuole medie.
In questo campione, dopo avere identificato famiglie che prediligono i figli maschi, troviamo che i risultati accademici delle ragazze sono peggiori.Nello stesso lavoro studiamo esplicitamente anche i pensieri e le preferenze delle madri quanto al ruolo della donna nella società. Viene chiesto loro quanto siano d’accordo o in disaccordo con affermazioni come: «Il posto della donna è a casa, non in ufficio»; «Le donne sono molto più felici se rimangono a casa a occuparsi dei bambini». Ai figli delle intervistate vengono sollecitate opinioni su affermazioni come «Bambine e bambini devono essere trattati in modo uguale a scuola», «Competere con i maschi rende le femmine meno ben accette ai maschi stessi». Abbiamo visto che le madri che hanno attitudini non egalitarie trasmettono queste preferenze ai loro figli, sia maschi che femmine. E che questo incide sull’andamento scolastico. Quando i bambini diventano scolari e studenti, le idee (e le previsioni) delle madri hanno un impatto sui risultati scolastici in matematica solo delle figlie femmine. Nel nostro studio tutto l’effetto del differenziale in matematica scompare quando le preferenze delle madri diventano egalitarie. È nella prima infanzia che si radicano gli stereotipi che ci accompagnano poi per tutta la vita e che inconsciamente tendiamo a trasferire alle nuove generazioni. In una società dove il ruolo della donna ricorda ai nostri figli, maschi e femmine, giornalmente, che uomini e donne hanno diverse responsabilità e compiti, non sorprende che le donne stentino a infrangere il soffitto di cristallo. L’eguaglianza delle donne comincia attorno al focolare domestico, è là dove le nostre figlie assorbono la cultura che le porterà a eccellere. O che impedirà loro di sviluppare il proprio potenziale fino in fondo.
http://27esimaora.corriere.it/17_dicembre_18/matematica-rivela-pregiudizi-donne-15145130-e414-11e7-8530-b320f0c560cc.shtml

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